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É nella capacità di gestire le emozioni che si riconoscono i veri campioni




Di seguito la bellissima intervista di Annalisa Grulli: si parla di Lotus. Le anime di Aoroa, ma non solo!

Grazie ad Anna e a tutti i lettori che continuano a scegliere la compagnia di Lotus in questi difficili giorni!







Marzo, uno di quei mesi in cui le Idi cadono nel quindicesimo giorno; forse mosse dallo stesso amore per l’antichità che consegnò questa data alla storia io e Roberta Dieci, amiche di vecchia data, ci ritagliamo un po’ di tempo per parlare di “Lotus. Le anime di Aoroa”. La storia, in questi giorni del 2020, sta marciando in modo evidente e ci rende tutti partecipi, per questo mi sono preoccupata di assegnare a questa intervista una data importante e un forte contenuto di attualità. Il resto lo hanno fatto Roberta e Le anime di Lotus.

Ciao Roberta come stai? Oggi siamo qui insieme per parlare del tuo secondo libro “Lotus”, uscito a giugno 2019. Lotus è appena entrato tra i semifinalisti del premio Bancarellino, intanto in bocca al lupo. Roberta per me è stata prima un’insegnate, poi è diventata un’amica e grande motivo di ispirazione. Ho letto le tue interviste e, se sei d’accordo pensavo di farne una un po’ fuori dagli schemi. Infondo anche questa intervista non era stata pensata cosi…

Perfetto Anna, grazie per questa intervista. Sono pronta, iniziamo..

Leggendo Lotus non ho potuto fare a meno di notare questa tua postura narrativa sempre in bilico tra auto-finzione e fantasy, come riesci a creare armonia tra questi due stili all’interno dei tuoi romanzi?

Ti dirò, all’inizio è stato difficile, perché, finché si trattava di parlare di questi ragazzi (questa storia è ambientata a Verona e i due protagonisti frequentano il liceo classico), è stato semplice, era la mia vita: io sono stata una studentessa al liceo classico e ora insegno in un liceo classico. Quindi è stata facile questa parte e più difficile andare nel mondo altro, quello di Aoroa. Quando successivamente ho capito che questo altro mondo, in realtà, era il mio inconscio che lo creava sono andata in totale creazione; lasciavo andare i personaggi ed erano proprio loro a raccontarmi la loro storia.

L’auto-finzione è ormai un genere letterario, anche se ancora da definire in modo stabile; nel tuo caso credo che sia tangibile quanto la tua formazione abbia contribuito a creare i personaggi dei tuoi romanzi. Questo rende il tuo lavoro di scrittrice più scorrevole o insidioso? Mi spiego meglio: come non esporsi troppo? Come non cadere nel ripetitivo?

Diciamo che, cerco sempre di scegliere la versione meno nota del mito o quel particolare che non è noto a tutti; un po’ come facevano gli alessandrini. Anche se poi è inevitabile che le pagine più belle della letteratura latina, quindi anche quelle più note, scivolino dentro ai miei romanzi. L’ho fatto nel mio primo romanzo I sogni non fanno rumore e le ho inserite anche qui. Inoltre i classici mi aiutano a non essere banale, sono classici appunto perché parlano a tutte le epoche: sono sempre attuali. Ci raccontano qualcosa di noi, quando li leggiamo la sensazione è quella di uno squarcio che si apre dentro al nostro cuore e pensi “ecco cosa stavo provando, lo ha detto questo autore. Non avrei saputo dirlo così bene.”

“Il momento in cui il suo corpo si staccava da terra era per lei una metafora del suo essere”, Bianca è un’atleta, una brillante studentessa, equilibrata. La Metafora di cui scrivi è la sua sensazione di vivere una realtà che non le appartiene?

Si, Bianca fa atletica leggera e il momento che tu stai citando è quando lei, durante la sua specialità che è il salto in lungo, si stacca da terra. Quando io praticavo atletica leggera appunto, le mie specialità erano il salto in lungo e il salto triplo. Mi è rimasta dentro questa sensazione che io stessa adoravo: staccarsi da terra, volare per un attimo e poi ricadere. Mi piace questa osservazione tua: la metafora di uscire dalla terrestrità, innalzarsi ed andare in una dimensione un po’ più eterea… Sognare di rimanerci per un po’ per poi tornare coi piedi per terra.

“E’ nella capacità di gestire le emozioni che si riconoscono i veri campioni” dici nel capitolo SIGMA e ancora “Andrà tutto bene” in quello successivo. Vorrei consigliare Lotus in questo momento alle persone. Stiamo vivendo una realtà difficile da decifrare come la è anche per i protagonisti di Lotus, tu sei anche un’insegnate. Vuoi commentare tu queste frasi..

Intanto ti ringrazio perché non ricordavo di aver scritto questa frase “andrà tutto bene” che compare a pagina 139. Guarda il romanzo Lotus è uscito ad agosto e ovviamente non potevo immaginare una situazione del genere. Sono contenta che tu me lo abbia ricordato. I due personaggi sono chiamati ad affrontare una prova molto forte: devono dimostrarsi eroi. Devono combattere una battaglia per salvare il loro mondo e staccarsi da quella che è la loro vita di tutti i giorni. La loro capacità di gestire le emozioni sarà completamente diversa: quando sono nella dimensione reale che io chiamo dimensione R le riescono a gestire in qualche modo; quando sono nell’altra dimensione scatta quella che io definirei la parte più nascosta di tutti noi. Le emozioni, dice Bianca, la colpiscono come dei pugni; non riesce neanche a trattenere le parole, non riesce a controllarsi. Ecco (visto che l’ho detto anche nel romanzo andrà tutto bene) in questo momento, dobbiamo crederci! Dobbiamo gestire anche noi le nostre emozioni anche se non sono sempre belle. È chiaro che essere chiusi in casa non è facile, bisogna gestire un bagaglio emozionale importante perché ognuno di noi ha una sua vita e staccarsi dalla normalità non è mai stato così difficile. Come insegnante lo è ancora di più perché siamo chiamati a garantire il diritto all’istruzione e spingere i ragazzi a studiare nonostante questo periodo così difficile. Quello che mi viene da dire è quello che ripeto sempre ai miei studenti: non perdete delle occasioni, cercate sempre di mantenere la normalità e di studiare perché è lo studio che ci rende liberi. La lettura ci può salvare. 5 Nel tuo romanzo si parla di sogni, utopie guerra e amore.. “Conosco i segni dell’antica fiamma” scriveva Virgilio nell’Eneide; un verso impossibile da spiegare ahimè, ma nel libro ne hai dato una tua versione piena di speranza.. Questo fa supporre ci possa essere un seguito…?! Si! Sai che Didone è uno dei miei personaggi preferiti. L’ho inserito nel mio primo romanzo (I sogni non fanno rumore) e l’ho inserito anche qui in Lotus. Didone dice “riconosco i segni dell’antica fiamma” (agnosco veteris vestigia flammae Eneide IV, 23) quando scopre che si è innamorata nuovamente. Riconosce i segni dell’amore dentro di se’, infatti anche nel mio romanzo i personaggi verranno separati e uno dei due riconosce i segni dell’amore e questo fa bene sperare. Per rispondere alla tua domanda: si, Lotus avrà presto un seguito. Si chiamerà 'Lotus. Il sogno degli eroi', ve lo svelo in anteprima. Dovrebbe uscire tra un paio di mesi perché è già terminato ma anche l’editoria sta subendo ritardi dovuti a questa situazione di totale emergenza. Ci sarà anche un 'Lotus 3'.

Non ho idea ancora di cosa succederà nel terzo ma lo scopriremo insieme.

Ringrazio Roberta per l’intervista. “Lotus. Le anime di Aoroa” è disponibile nelle librerie e sul sito Amazon. Della stessa autrice “I sogni non fanno rumore”.

Carpi 15 Marzo 2020. Annalisa Grulli.

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