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Vocazione, desiderio, sogno


Grazie a Giulia Bassi per questa bella intervista!

Domanda: Credi di aver trovato la tua vocazione?

Risposta: La vocazione, nel senso etimologico della parola, cioè “la chiamata”, penso di

averla trovata. Sia quella di fare l’insegnante, sia quella di fare la scrittrice, che sento come un’ urgenza di buttar fuori qualcosa di mio per condividerlo con gli altri.

D: Come l’hai riconosciuta?

R: Ho sempre voluto fare l’insegnante e la scrittrice. E’ sempre stato il mio sogno nel cassetto. Non ricordo un momento della mia vita in cui l’ho riconosciuta, se non forse quando ero ancora alle scuole elementari. Amavo la mia maestra di lettere e sognavo di fare qualcosa legato alla letteratura e alla scrittura.

D: Se avessi potuto intraprendere un’altra carriera quale sarebbe stata?

R: Avrei fatto la giornalista. Per un certo momento della mia vita ho pensato seriamente di intraprendere questa strada. Ho deciso poi di fare la prof, ma il giornalismo mi attira moltissimo.

D: Un giorno, parlando del tuo lavoro, hai detto: “ho preso servizio”. Il tuo lavoro di insegnante lo vedi un po’ come servizio?

R: In un certo senso sì. Insegnare non significa soltanto “trasmettere quello che sai”, ma anche ascoltare gli altri, capirli, riconoscere difficoltà e debolezze, ma anche i punti di forza e metterli in luce. Quindi, mi sento al servizio dei miei alunni.

D: C'è stato un momento della tua vita in cui hai incontrato difficoltà fino ad arrivare a chiederti se davvero questa fosse la tua strada? Se sì, ad oggi usi quell'episodio come motivo di incoraggiamento per te stessa?

R: Sì, i momenti di sconforto sono stati tanti. Momenti in cui mi sono chiesta: “ma sto facendo la cosa giusta?” Oppure quando le cose non vanno come vorresti.. Tutte le volte che mi trovo in difficoltà nella vita io dico sempre “tutto va bene”. Credo che ognuno di noi trovi in se stesso, più che in tutti gli altri, l’energia giusta per andare avanti. Siamo i “caricatori di energia” di noi stessi.

D: Quanta passione metti nei tuoi progetti?

R: Tantissima! La passione per me è tutto. Se non c’è la passione non si fa nulla.

D: Hai fatto/fai fatica a portare avanti il tuo progetto nonostante tu senta che è quello che vuoi fare?

R: A volte sì, perchè la vita ci pone sempre di fronte a piccole difficoltà quotidiane. I problemi di tutti i giorni, qualche volta, ti impediscono di portare a termine quello che vuoi. Ci vuole tanta determinazione.

D: Hai fatto sacrifici per arrivare al punto in cui sei ora? Se sì, sono stati convenienti?

R: Sì, ovviamente ho dovuto fare molti sacrifici, sia in termini di tempo sia in termini di energie. Sono comunque molto contenta di averli fatti! Tutto quello che ho realizzato è frutto del sudore della mia fronte e della mia fatica e quindi mi da ancora più soddisfazione. (ride)

D: Durante il corso della tua carriera c'è stato un momento di smarrimento? E’ servito avere l'appoggio di una persona in particolare per mezzo della quale, confrontandovi, sei riuscita ad usare le sue parole come motivo di incoraggiamento?

R: Certo. Ho incontrato nella mia vita tante persone che mi hanno incoraggiata: la mia famiglia, i miei amici a turno mi hanno sostenuta e dato la carica giusta per andare avanti.

D: Secondo te, ad oggi, sarebbe meglio che i giovani decidessero un’università legata unicamente a quello che piace oppure una facoltà che può portare ad una maggiore probabilità di occupazione?

R: Credo che sia sempre meglio scegliere qualcosa che piace, perchè se fai una cosa forzata, soltanto con l’idea di trovare un’occupazione sei infelice mentre studi e mentre lavori. Consiglio sempre di fare, in maniera oculata e ragionata, qualcosa che piace mettendoci tutta la passione del caso e poi cercando di mettere in pratica e mettere a frutto i propri studi.

D: Confrontandomi con i miei coetanei è emerso il fatto che arrivati alla maggiore età non si ha ancora deciso o non si è ancora convinti di quale strada intraprendere riguardo il proprio futuro. Secondo te quale è il motivo del fatto che i giovani di oggi non abbiamo ancora una decisione chiara arrivati alla maggiore età?

R: Non generalizzerei troppo. Conosco tanti ragazzi giovani che hanno le idee molto chiare. Come ci sono miei coetanei che tutt’ ora a quarant’ anni non sanno bene cosa fare Dipende da ognuno di noi. Penso sia dovuto a come siamo fatti noi, al nostro carattere. Il consiglio che sento di dare è questo: se ad un certo punto si è indecisi su due o tre alternative buttarsi su una e dire: “adesso faccio questo!” Può aiutare fare una lista dei pro e dei contro e poi decidere. Una volta presa la decisione, però non pensarci più e a testa bassa andare avanti per quella strada, perché se si continua sempre a cambiare idea non si conclude mai niente.


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